Entyvio a base di Vedolizumab nel trattamento dei pazienti adulti affetti da colite ulcerosa o da morbo di Crohn
Entyvio è un medicinale indicato nel trattamento dei pazienti adulti affetti da colite ulcerosa ( una malattia che causa infiammazione e ulcere nel rivestimento dell’intestino ) o da morbo di Crohn ( una malattia che provoca l’infiammazione del tratto digestivo ).
Entyvio trova impiego nel trattamento della malattia da moderata a grave in fase attiva qualora la terapia convenzionale o medicinali denominati antagonisti del TNF-alfa siano inefficaci, non siano più efficaci o non siano tollerati dal paziente.
Entyvio è utilizzato anche per il trattamento dei pazienti adulti affetti da pouchite in corso ( cronica ) ( una malattia che causa l’infiammazione della sacca - detta pouch - creata durante alcuni tipi di interventi chirurgici in cui viene rimosso l’intestino crasso nelle persone affette da colite ulcerosa ). Entyvio è indicato per il trattamento della malattia da moderata a grave in fase attiva quando la terapia antibiotica è inefficace o non più efficace.
Entyvio contiene il principio attivo Vedolizumab.
Entyvio è disponibile in polvere per costituire una soluzione per infusione in vena e come siringa
o penna preriempita per iniezione sottocutanea.
La terapia deve essere avviata e condotta sotto la supervisione di un medico esperto nella diagnosi e
nel trattamento della colite ulcerosa o del morbo di Crohn o della pouchite.
La dose raccomandata per l’infusione in vena è di 300 mg somministrati all’inizio e nelle settimane due e sei, poi ogni otto settimane nei pazienti che rispondono al trattamento. L’infusione dura 30 minuti; i pazienti devono essere sottoposti a monitoraggio per individuare eventuali reazioni durante l’infusione e per almeno una o due ore dopo.
I pazienti affetti da colite ulcerosa o morbo di Crohn che hanno risposto al trattamento iniziale
mediante infusione possono passare al trattamento mediante iniezione sottocutanea. La dose
raccomandata è 108 mg. La prima dose tramite iniezione sottocutanea sostituisce la seduta di
infusione prevista e le dosi successive sono somministrate ogni 2 settimane.
Previa adeguata formazione, l’iniezione può essere praticata dai pazienti stessi o da chi li assiste.
Il principio attivo di Entyvio, Vedolizumab, è un anticorpo monoclonale, ossia un tipo di proteina
concepita per riconoscere una struttura specifica ( denominata antigene ) presente nell’organismo e
legarsi a essa. Vedolizumab è stato concepito per legarsi alla integrina alfa-4-beta-7, una proteina
per lo più presente sulla superficie di determinati globuli bianchi nell’intestino. Nella colite ulcerosa, nel morbo di Crohn e nella pouchite tali cellule contribuiscono all’infiammazione dell’intestino. Bloccando l’integrina alfa-4-beta-7, Vedolizumab riduce l’infiammazione nell’intestino e i sintomi di tali malattie.
Colite ulcerosa
Entyvio tramite infusione in vena è stato oggetto di uno studio principale condotto su pazienti con
colite ulcerosa da moderata a grave in fase attiva, nei quali la terapia convenzionale o gli antagonisti
del TNF-alfa erano inefficaci o non erano tollerati.
I pazienti hanno ricevuto Entyvio o un placebo e il principale indicatore dell’efficacia era la percentuale di pazienti che mostravano un attenuamento dei sintomi dopo 6 settimane di trattamento.
Entyvio ha dimostrato di essere più efficace del placebo: il 47% ( 106 su 225 ) dei pazienti trattati con Entyvio ha mostrato un attenuamento dei sintomi, rispetto al 26% ( 38 su 149 ) di coloro che avevano ricevuto placebo.
Inoltre, lo studio ha anche dimostrato che Entyvio è risultato più efficace in termini di mantenimento dell’effetto fino a 52 settimane rispetto al placebo.
Nei risultati di un secondo studio condotto su 216 pazienti che avevano risposto all’infusione iniziale di Entyvio, l’iniezione sottocutanea ogni 2 settimane per 1 anno si è dimostrata tanto efficace nel mantenere sotto controllo la malattia quanto infusioni ogni 8 settimane.
Dopo 52 settimane, i sintomi erano ancora sotto controllo nel 46% circa ( 49 su 106 ) di coloro che avevano ricevuto iniezioni sottocutanee e nel 42% ( 23 su 54 ) di coloro ai quali il medicinale era stato somministrato tramite infusione.
Morbo di Crohn
Entyvio è risultato più efficace del placebo anche nell’attenuare i sintomi del morbo di Crohn. In uno studio principale condotto su pazienti adulti con morbo di Crohn da moderato a grave in fase attiva, nei quali la terapia convenzionale o gli antagonisti del TNF-alfa erano inefficaci o non erano tollerati, il 15% ( 32 su 220 ) dei pazienti trattati con Entyvio ha mostrato un attenuamento dei sintomi dopo 6 settimane di trattamento, rispetto al 7% ( 10 su 148 ) dei pazienti che avevano ricevuto il placebo.
Analogamente, il suddetto studio ha mostrato che gli effetti sono perdurati fino a 52 settimane in modo più efficace con Entyvio rispetto al placebo.
I risultati di un altro studio condotto su pazienti che avevano risposto all’infusione con Entyvio hanno mostrato che l’iniezione sottocutanea ogni 2 settimane era in grado di mantenere sotto controllo la malattia: dopo 52 settimane i sintomi erano sotto controllo nel 48% ( 132 su 275 ) dei pazienti che erano stati trattati tramite iniezioni.
Pouchite
Entyvio ha inoltre mostrato di essere più efficace del placebo nel migliorare i sintomi della pouchite
cronica utilizzando l’indice di attività di malattia della pouchite ( Pouchitis Disease Activity Index, PDAI ) e il PDAI modificato ( mPDAI ).
mPDAI e PDAI sono scale di gravità della malattia a 12 e 18 punti, in cui i punteggi più elevati corrispondono a una maggiore gravità della malattia.
In uno studio principale su 102 pazienti adulti affetti da pouchite cronica attiva in cui la terapia
antibiotica convenzionale era inefficace, circa il 31% ( 16 su 51 ) dei pazienti trattati con Entyvio ha
manifestato remissione clinica dopo 14 settimane di trattamento, rispetto al 10% ( 5 su 51 ) dei
pazienti trattati con placebo. La remissione era definita come un punteggio mPDAI inferiore a 5 e una riduzione del punteggio mPDAI totale pari o superiore a 2 punti rispetto al basale.
Gli effetti indesiderati più comuni di Entyvio ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono
nasofaringite ( infiammazione del naso e della gola, come il raffreddore ), cefalea e artralgia ( dolore articolare ).
Entyvio non deve essere utilizzato nelle persone con gravi infezioni in fase attiva, quali tubercolosi,
sepsi ( infezione nel sangue ), listeriosi ( infezione provocata da un batterio denominato Listeria ) o
infezioni opportunistiche ( quelle osservate nei pazienti con un sistema immunitario indebolito ), quali la leucoencefalopatia multifocale progressiva ( PML, una rara infezione cerebrale che solitamente porta a disabilità gravi o al decesso ).
L’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Entyvio sono superiori ai rischi.
In merito alla colite ulcerosa, l’Agenzia ha ritenuto che il beneficio di Entyvio sia stato chiaramente dimostrato, il che è rilevante per i pazienti che non rispondono alla terapia TNF-alfa inibente. Inoltre, i rischi sono considerati gestibili, se le raccomandazioni in materia sono seguite, nonostante la mancanza di dati sulla sicurezza a lungo termine.
Per quanto riguarda il morbo di Crohn, l’Agenzia ha ritenuto che nonostante la riduzione dei sintomi avvenga più lentamente e gli effetti abbiano una portata più ridotta rispetto alla terapia TNF-alfa inibente, Entyvio presenta comunque benefici per i pazienti data la differenza nel meccanismo d’azione e nel profilo di sicurezza.
Nella pouchite, Entyvio ha portato a tassi di remissione superiori rispetto al placebo. Il suo profilo di sicurezza era simile agli altri usi e l’Agenzia ha ritenuto che i benefici fossero superiori ai rischi. ( Xagena2022 )
Fonte: EMA, 2022
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